AMICI  di  MONTALCINO  IERI

 

 

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MONTALCINO
Storia di tutto
e di tutti

 


450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 

  
MONTALCINO

 

MONTALCINO  MEDIEVALE

Le origini

Mons Ilcinus – sicuramente Montalcino  - è citato per la prima volta il 29 dicembre 814 quando Lodovico il Pio succeduto a Carlo Magno suo padre, con un suo diploma concede in feudo ad Apollinare Abate di Sant’Antimo un vasto territorio compreso fra il fiume Ombrone a Nord - Est, Orcia a Est - Sud e Asso ad Est, dove in seguito, su questa “collina luminosa”, sorgerà l’attuale città “l’anno della salute humana 935”.
Gli abati del monastero di Sant’Antimo “divenuti potenti forse non dispiacendo loro di avere un soggiorno in Montalcino, luogo sano più dell’umida e cupa Valle Starcia (dove è l’Abbazia di Sant’Antimo), coadiuvarono nobilmente la nascente terra (Montalcino) indi si arrogarono la signoria essendo, come noto, l’Abate di Sant’Antimo signore di grand’affare in queste parti di Toscana”.
Montalcino venne costruito con relativa rapidità e viene da pensare su un progetto mirato. All’interno delle mura cittadine, che sono del 1100, aveva già le sembianze di oggi. 
Si “tagliò” il monte orizzontalmente per circa un chilometro di lunghezza, tanto si estende il centro abitato, dall’attuale Piazza Cavour fino a Porta Cerbaia su un dislivello che dalle Fonti Castellane, punto più basso dell’abitato 450 metri sul livello del mare, a trecento metri di distanza c’è la chiesa di San Salvatore, attuale Duomo, punto più alto 564 metri dal livello del mare.
 
 

Foto: Panorama di Montalcino vista est
 

 

Foto: Celebre Abbazia di Sant'Antimo in una vecchia foto d'epoca. Nell'anno 1377 Santa Caterina da Siena,  visitò l'Abbazia di Sant'Antimo "forse mai, l'Abbazia di Sant' Antimo vide tanta gente come nelle settimane che vi dimorò Caterina"
 

 

Foto: Mura castellane in rifacimento con un torrione di guardia, secolo XII
 

 

Foto: Il Duomo (ricostruito su una struttura del secolo XI)
 


Il "taglio" dell'irto sito

La scelta di “tagliare” il monte voluta sicuramente per “godere dei venti orientali e settentrionali” perché “ i venti marini hanno per compagni di via la febbre, il contagio, la morte” e per Montalcino aver costruito l’abitato ad ovest significava respirare l’aria portata da questi venti. “Metà della città non è piena di abitanti perchè la metà di essa sarà vuota per campi ed orti” anche questa sicuramente fu una scelta voluta perchè le zone verdi all’interno dell’abitato “in ogni evenienza” significava coltivazione di queste terre per alimentare almeno in parte, la popolazione residente. 
Si salvaguardarono le semplici e irregolari collinette che conferiscono all’abitato un aspetto pittoresco come quella dove fu costruita la prima Chiesa di Sant’Egidio poi abbattuta per far posto alla Fortezza trecentesca, quella dove si costruirono le chiesette di San Marco e di San Michele Arcangelo, poi Chiesa di San Francesco e  relativo convento (questi tre Santi protettori di Montalcino saranno dipinti poi nello stendardo della comunità e quando la città fu divisa in terzieri, ognuno di essi prenderà il nome del suo Santo, cioè Sant’Egidio, San Salvatore e quello di San Francesco si chiamerà Castel Vecchio).
Il “taglio” del monte comportò la costruzione di decine e decine di terrazzamenti, la realizzazione di opere idrauliche per regolare, oltre alle acque piovane, quelle dei ruscelli che solcavano il monte, e ciò per costruire strade  e piazze larghe e assai piane “sebbene questa città, posta in una piaggia assai ripida, vi sono non di meno alcune strade completamente assai piane e larghe e quattro piazze pure in piano una davanti alla Cattedrale (oggi Piazza Santa Caterina), una davanti all’Ospedale, la più grande di tutte 1500 metri quadrati (oggi Piazza Cavour) una sopra il Palazzo di Giustizia o(oggi Piazza Garibaldi), l’altra sotto il medesimo Palazzo (oggi Piazza del Popolo)”.
 

Foto: Fortezza trecentesca
 

 

Foto: Nella foto, nell'atrio del Palazzo Comunale, i Santi San Salvatore, San Michele Arcangelo e Sant'Egidio, i cui nomi erano anche quelli dei terzieri che dividevano Montalcino. Stando a quanto scrive Tullio Canali nella "Storia di Montalcino" questi tre Santi, allora, erano dipinti nello "stendardo" della comunità di Montalcino.
 


L'impianto urbanistico

L’impianto urbanistico dato all’abitato di Montalcino ci ricorda molto vagamente le linee di edificazione romane; la strada principale, oggi Piazza Cavour, a nord, raggiunge Porta Cerbaia a sud – cardo – si incrocia con un’altra importante strada che dal Vignolo, est, va verso l’attuale Via Ricasoli, ovest – decumano – che di fatto divide a croce l’abitato. 
La Chiesa di San Salvatore - Duomo -  è una costruzione dell’inizio dell’anno 1000. “Era una bella chiesa romanica a tre navate, lunga dall’ingresso fino all’inizio dell’abside circa 30 metri e larga tredici. Una serie di colonne, sei porte, di sasso peperino, dividevano la navata centrale dalle laterali e sorreggevano sette archi di cui il primo e l’ultimo posavano, da una parte, su colonne semicircolari  addossate alle pareti perimetrali. Sulla facciata tre porte di ingresso: sulla porta centrale il cui architrave era costituito dai simboli dei quattro evangelisti, l’immagine del Santissimo Salvatore. Sulle porte laterali, una per parte, due finestre rotonde davano la luce alle navate”.
Questa chiesa fu elevata a Cattedrale da Papa Pio II – Enea Piccolomini – nel 1464 quando Montalcino fu eletta a diocesi. Con il passare dei secoli la chiesa di San Salvatore subì profonde trasformazioni fino a quando, nel 1818, fu costruita l’attuale chiesa sullo stile neo classico come oggi la vediamo.
 

Foto: Porta Cerbaia o Cervara
 

 

Foto: Il Duomo in una vecchia stampa, prima di far posto ad un edificio neoclassico come si vede oggi
 


Montalcino elevata a città ed a Diocesi da Pio II

Nel 1462 Montalcino fu elevato a città da Pio II con propria bolla.
I Montalcinesi rimasero sempre grati a Pio II tant’è che nella facciata dell’edificio che ospita le scuole dell’obbligo è stato collocato un bassorilievo in bronzo che raffigura  il giovane Enea Piccolomini che spesso veniva a Montalcino in visita ai frati di San Francesco con il suo amico il montalcinese  umanista Bernardo  Lapini, con una testa di cavallo e popolo plaudente. 
Le mura cittadine con tredici torrioni e sei porte sono del 1100. ”Montalcino è circuito da due miglia  e mezzo“ (un miglio toscano è uguale a 1653 metri), per cui le mura cittadine hanno una lunghezza di 4125 metri lineari. Ogni porta prese il nome di sei antiche famiglie : Monaldesca della Cervara oggi Porta Cerbaia, Della Cornia oggi Porta al Cornio, Della Gattesca oggi Porta Gattoli, Della Morella, oggi Porta Burelli,  Della Castellana oggi Porta Castellana, Dell’Orsina oggi Porta al Cassero. 
 
Il Palazzo Comunale (la foto di questa costruzione fu messa nella copertina del libro “Comuni del Medioevo” a significare che questa costruzione originale nel suo genere, non scimmiotta nessun altro Palazzo dell’epoca) è del XIII secolo, così come sono una parte delle logge di piazza, dove nei tempi antichi fu realizzata una cappella  dove si raccoglievano gli eletti chiamati a dirigere la comunità prima di prendere possesso della loro carica. La chiesa verrà demolita nel 1874. L’altra parte delle logge di piazza è del ‘400.
Della chiesa di Sant’Agostino si ha testimonianza fin dal 1227 così come del ‘200 è la Chiesa di San Francesco. Del ‘200 sono le Fonti Castellane – in pieno Medioevo l’acqua pubblica dentro le mura aveva un profondo significato per la popolazione più povera.  
In qualunque strada della città ci sono bellezze antiche, medievali, abitazioni, archi, vicoli, piccole strade, chiassini con scale che evidenziano l’irto sito dell’abitato. 
I nostri antenati non edificarono un’accozzaglia irregolare di costruzioni ma una città originale che dava il segno di una cultura urbanistica, signorile e di potenza.
 

Foto: Palazzo comunale di Montalcino secolo XIII. Prima del recupero fine anni 20
 

 

Foto: Le logge di piazza: secolo XIII e XV prima del recupero fine anni 20
 

 

Foto: Chiesa di sant'Agostino si ha notizia fin dal 1227
 

 

Foto: Chiassino medievale
 

 

Foto: Chiassino medievale
 

 

Foto: Fonti Castellane secolo XIII
 


Già libero comune nel secolo XII

Nel 1191 Montalcino era retto da un potestà, Enrico da Polaccio e nel 1235 potestà di Montalcino fu Jacobo di Schiatta degli Uberti, di nobile famiglia fiorentina, padre di Farinata, personaggio dantesco. Già nel 1020 nel Castello erano funzionanti “più case per i poveri, gli infermi e i pellegrini “Montalcino nel 1100 era “ diventato già nobil terra; ecco l’epoca nella quale la nostra città incomincia con fondamento a figurare nelle istorie della toscana”. Montalcino fu costruita su uno scoglio. In ogni dove affiorano pietre di pianta che fanno da fondamento alle costruzioni, per realizzare questo tessuto urbano sicuramente furono impiegate migliaia e migliaia di persone, richiamate su questa collina luminosa nella quale “godevano molto della perfetta aria, delle acque salutifere, haver all’intorno fertili terreni lodando di essi i frutti “, è stato scritto che nel 1100 Montalcino contasse circa 4000 abitanti.  Per realizzare questa struttura urbana non ci volevano solo mezzi finanziari “che pur in qualche modo la gente doveva vivere” anche se è pensabile che la ricca Abbazia di Sant’Antimo avesse devoluto, nella costruzione di Montalcino, parte dei propri cospicui censi. La “molla” che spinse i nostri antenati a questa opera immane deve essere stata un’altra. Senza la regola benedettina, ricordiamo che i monaci di Sant’Antimo erano Benedettini, Ora et Labora; mirabile sintesi dove si riconosceva il primato della preghiera e nel contempo si nobilitava il lavoro rendendolo comprimario nell’educare l’uomo ad essere utile alla società, Montalcino  non avrebbe avuto questo tipo di urbanistica. I nostri antenati ci hanno lasciato questo originale tessuto che è vanto nostro e ammirato da chi visita la nostra città. 
Lo scrittore e pittore Walter Tyndale, parlando di Montalcino ha scritto: “i dipinti ... da soli non sono di sufficiente importanza da portare qui uno studente d’arte. La città stessa è la principale attrazione”.  L’enciclopedia Zanichelli, edizione 1996 – dopo la pagina 1920 – pubblica una serie di foto, nove sulle bellezze della Toscana, la prima foto è lo scorcio dell’abitato di Montalcino a cavallo fra l’est e l’ovest visto dalla trecentesca Fortezza.
 

Foto: Antiche costruzioni di epoche diverse
 

 

Foto: Foto aerea della Fortezza trecentesca
 


Perché Montalcino non è rinascimentale

Montalcino è medioevale, di rinascimentale c’è solo il Palazzo Clementi, oggi Casa del Popolo. In quel luminoso periodo sul territorio di Montalcino scorrazzavano migliaia e migliaia di militari, la città subì due assedi – 1526 e  1553 – una guerra durata quattro anni, 1555/1559, quando la Repubblica di Siena si ritirò in Montalcino. E’ vero che Montalcino fu l’ultimo Comune libero d’Italia, prima che il dominio spagnolo si affermasse in gran parte d’Italia, ma anche questo contribuì a non destinare “investimenti” al periodo rinascimentale.  
Anche dopo la pace di Chateau Cambresis del 1559 a presiedere Montalcino, che era terra vinta e basta, c’erano 325 soldati a piedi e 11 pedestri su una popolazione di 3600 abitanti e c’è da scommettere che questo “peso” militare gravava sull’economia locale.
Montalcino di fatto uscì dal medioevo dopo l’unità d’Italia nel 1861, quando fu costruita la ferrovia Asciano-Grosseto e il treno transitò per le stazioni di Torrenieri, Monte Amiata Scalo, Sant’Angelo Scalo a partire dal 1865 è in quel periodo che furono costruite strade e ponti per collegarsi con la montagna amiatina e con la maremma grossetana, quando furono realizzate anche grandi opere pubbliche, trasferimento dell’ospedale dal locale di Piazza Cavour, oggi sede del Comune, nell’ex Convento di San Francesco, la costruzione della Casa di Riposo, dell’acquedotto per il trasporto dell’acqua dalle sorgenti amiatine a Montalcino, anche in campo sociale e culturale furono fatti dei grandi progressi, costituzione delle società operaie di mutuo soccorso, stabilimenti a vapore per il molino e luce elettrica, una vita culturale intensa e tutto questo dal 1861 al 1911.
 

Foto: Palazzo rinascimentale secolo XVI
 

 

Foto: Cortile dell'Ospedale di Santa Maria della Croce. Chiostro secolo XVI
 

 

Foto: Chiesa della Madonna del Soccorso
 

 

Foto: L'abitato di Montalcino in una foto aerea del 1940
 


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