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MONTALCINO
Storia di tutto
e di tutti

 


450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 

  
MONTALCINO

 

LE  LOCALITA'  DEL  COMUNE

Torrenieri e il Castello Altesi

C’è una Montalcino poco segnalata che merita di essere conosciuta per la varietà del territorio per la sua storia, per le strutture monumentali, per le opere d’arte. Ai piedi della collina verso Nord-Est dopo vigneti ”che sembrano giardini” ma del resto tutte le vigne coltivate nel montalcinese hanno questo trattamento, e oliveti, si incontrano le crete con i calanchi – solco di erosione stretto e profondo inciso dalle acque dilavanti nei pendii argillosi – qui la terra è coltivata a grano duro usato per la produzione della pasta. In questo territorio ad Est, a nove chilometri da Montalcino incontriamo Torrenieri (302 m. sul livello del mare) castello già importante nell’antichità lungo la strada Francigena ricordato nel suo viaggio verso Roma nel 990 dall’arcivescovo di Canterbury e nominato da Giovanni Boccaccio (1313/1375) nella novella di Cecco Angiolieri. Conteso nel 1208 dal Comune di Siena per la sua importanza strategica ebbe a subire numerosi assalti e distruzioni. Ai margini dell’abitato si conservano strutture fortificate, nella chiesa di Santa Maria Maddalena vi è una scultura lignea dei primi del secolo XV. Torrenieri è la prima stazione del Comune di Montalcino dove si ferma il “treno-natura” che poi attraversa da Sud Ovest e Nord il territorio del Comune con soste nelle stazioni di Monte Amiata Scalo, Sant'Angelo in Colle, Pian delle Vigne, Salceta, tutte site nel territorio di Montalcino permettendo ai turisti di effettuare escursioni in tutte le località attraversate.
Proseguendo verso Nord a qualche chilometro di distanza si incontra il Castello Altesi (152 m. sul livello del mare) monumentale fortilizio in laterizi con base a scarpa e torrioni angolari.
 

Foto: Il territorio del comune di Montalcino fa parte del "Parco Artistico Naturale della Val d'Orcia" il cui territorio è candidato per essere riconosciuto patrimonio dell'umanità dall'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura).
 

 

Foto: Crete Senesi e Calanchi. 
 

 

Foto: Castello di Torrenieri, fu nel medioevo, centro importante per la sua collocazione sul tracciato della via Francigena. Menzionato nel noto itinerario dell'Arcivescovo di Canterbury nel 990 avanti il mille nel suo viaggio verso Roma. 
 

 

Foto: Torrenieri in una foto d'epoca. 
 

 

Foto: Monumentale stazione di Torrenieri che serviva un bacino di utenti dalla Val d'Orcia e dell' Amiata oltre che del montalcinese. Oggi è centro delle gite con il "treno natura" che partendo da Siena transita sulla stazione di Torrenieri, Monte Amiata Scalo, Sant'Angelo Scalo, Pian delle Vigne, tutte stazioni site nel territorio del comune di Montalcino. "Il treno natura" con fermate nelle varie stazioni, permette di effettuare escursioni ai borghi medievali, ai monumenti, alle case padronali, ai poderi, ai boschi, e ammirare una natura che è stata finita e rifinita, così ha ricevuto una forma perfetta come una vecchia giada cinese che è passata fra mille e mille mani e dal loro tocco ha preso una bellezza quasi trascendentale. 
 

 

Foto: Castello Altesi, metà del secolo XIV. Grande costruzione in mattoni con alta base a scarpa e torrioni angolari.
 


La villa di Montosoli e l'Abbazia di Abbadia Ardenga

Proseguendo ancora dopo quattro chilometri si raggiunge Montosoli villa attribuita a Baldassare Peruzzi (Siena 1481 - Roma 1536) del secolo XVI. Si può ammirare una lunetta sempre del Peruzzi sopra la porta d’accesso della grande loggia. La pittura è di grande qualità soprattutto per i due nudini semisdraiati e nei due medaglioni che rappresentano la fortuna in piedi su un globo e Giunone su un carro trainato da un pavone. In basso vi domina l’iscrizione dipinta “ PALLAS QUAS CONDIT- ARCES IPSA COLAT- NOBIS PLACEANT- ANTE OMNIA SILVE” (a noi piacciono i boschi sopra ogni altra cosa). Sempre sulla stessa strada più avanti si giunge ad Abbadia Ardenga (184 m. sul livello del mare), complesso composto da un ex convento e dalla Chiesa dedicata a Sant'Andrea databile all’Undicesimo secolo. L’interesse della Chiesa è dato dallo splendido campanile a vela e da un oratorio gotico con colonnette ed eleganti capitelli. Si tramanda la voce che da questo convento fosse partita l’ostia avvelenata che uccise a Buonconvento, a qualche chilometro di distanza, Enrico VII nel 1313.  
 

Foto: Badia Ardenga insieme a Sant'Antimo è il monumento a carattere religioso piu’ importante del territorio di Montalcino. Risalente al XII secolo. Caratteristico il campanile a vela e un oratorio gotico. Si tramanda la voce che da questo convento fosse partita l'ostia avvelenata che uccise Enrico VII nel 1313 a Buonconvento.
 


Castiglione dei Boschi

Salendo verso Ovest si raggiunge Castiglione dei Boschi (350 m. sul livello del mare)
Da ora in avanti  tutto quanto verrà segnalato si trova all’interno della macchia mediterranea e i campi sono coltivati a viti e olivi.
Nella chiesa di Castiglione del Bosco si può ammirare un affresco di Pietro Lorenzetti (1280/1348)
“l’Annunciazione dei Santi”.  Nella iscrizione si legge che l’opera fu terminata il 18 novembre 1345.  Sempre nella stessa chiesa un dipinto su tela offre un esempio del gusto degli inizi del settecento: Maria, la madre celeste, è sospesa a mezz’aria con il Bambino in Braccio, assistita da due Santi intercessori e protegge la chiesa ed il Castello, la cui torre qui appare.
Si racconta che il ritratto di nobildonna con l’ermellino (museo di Cracovia) di Leonardo Da Vinci sia una Gallerani, proprietaria di Castiglione del Bosco che andò sposa a Ludovico il Pio. Nelle vicinanze a due chilometri verso Nord, è segnalata la chiesa di San Michele Arcangelo periodo romano alto gotico con la torre campanaria, con il suo grande portale attraverso il quale si accede ad un edificio a navata unica coperto da una volta a crociera.
 

Foto: Borgo di Castiglione del Bosco, la costruzione del castello risale al secolo XIII. Nelle vicinanze una "chiesa fortificata" dedicata a San Michele Arcangelo, costruzione Longobarda. Si dice che il "ritratto di nobildonna con l'ermellino" (museo di Cracovia) di Leonardo da Vinci sia una Gallerani, proprietaria di Castiglione del Bosco, che andò sposa a Ludovico il Moro.
 

 

Foto: Nella chiesa parrocchiale affreschi del pittore Pietro Lorenzetti, artista senese.
 


Castello di Romitorio, Castelgiocondo e Camigliano

Proseguendo si incontra un bivio andando verso Montalcino: siamo al Castello di Romitorio in un colle in bella posizione panoramica ed un poderoso fortilizio a pianta quadrata con quattro grosse torre angolari, a pietrame grezzo e fasce marcapiano in cotto.
Chi invece svolta a destra incontra il Castello di Castelgiocondo (411 m. sul livello del mare) interamente ristrutturato fra l’otto ed il novecento in stile neoclassico, liberty e neo-gotico.
Proseguendo si raggiunge Camigliano (234m. sul livello del mare). Già sede di un importante Castello entrato fin dai primi del duecento nell’orbita senese e poi, dalla metà del cinquecento, sede di una grancia dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. La prima domenica di Ottobre si svolge una manifestazione storico folcloristica e gastronomica rievocando l’antico gioco della ruzzola.
 

Foto: Veduta del castello di Castelgiocondo.
 

 

Foto: Castello di Camigliano subordinato al comune di Siena fin dagli inizi del 1200. Località nota per la "Sagra del Galletto" e della manifestazione storico folcloristica del gioco della Ruzzola, che si svolge la prima domenica di Ottobre.
 

 

Foto: Nella foto un partecipante alla gara della Ruzzola.
 


Santa Restituta, Argiano e Poggio alle Mura

Proseguendo su una strada principale si raggiunge la chiesa di Santa Restituta (338 m. sul livello del mare) già ricordata nel 650 avanti il mille. Nell’impianto a tre brevi navate, spartite da pilastri rettangolari e concluse da una grande abside semicircolare sono riconoscibili, malgrado i grossi rimaneggiamenti subiti, alcune grandi strutture preromaniche. Si può proseguire per Montalcino o tornare indietro verso Ovest incontriamo Argiano (262 m. sul livello del mare). Argiano oggi resta una torre massiccia e una chiesetta. A breve distanza una monumentale villa realizzata da Giovanni Pecci nella seconda metà del cinquecento che fu definita “la più bella villa di campagna dello Stato senese". Ripresa la strada si prosegue e si incontra la chiesa di San Sigismondo, antica pieve romana ridotta a due navate concluse da un'abside poco distante troviamo il castello di Poggio alle Mura (226m. sul livello del mare) proprietà di Villa Banfi. Un bel viale di cipressi ci porta al centro fortificato a partire dal 1300. E’ un grande castello a pianta quadrangolare formato da più corpi articolati intorno ad un cortile porticato con un’alta torre e mura di cinta merlate. All’interno del castello si può visitare il Museo del vetro.
 

Foto: Pieve di Santa Restituta. Abside e lato sinistro della chiesa. Si ha notizia sin dal '650 avanti il mille.
 

 

Foto: Argiano, palazzo rinascimentale. "il piu’ bel palazzo di campagna dello Stato Senese" (Bartolomeo Gherardini, uditore, nel suo viaggio a Montalcino nel 1676).
 

 

Foto: Poggio alle Mura, proprietà di Villa Banfi, sede di un originale museo del vetro.
 


Sant’Angelo in Colle

Proseguendo si sale a Sant'Angelo in Colle, (440 m. sul livello del mare), si trova registrato in un documento del 1208 dal quale risulta fosse tenuto al versamento di un’imposta straordinaria al Comune di Siena. Dai senesi nel 1265 fu designato quale castello di frontiera e sede di un vicariato. Del castello si conserva un grandioso torrione in pietra al suo ingresso. 
Nella Chiesa parrocchiale un quadro raffigurante San Lorenzo di Limoges patrono dei carcerati, un dipinto "la resurrezione di Cristo" del 1476 e "la Madonna in trono con tre Santi". Nella chiesa della Madonna c’è una tavola –Madonna e Bambino- attribuita a Pietro Lorenzetti.

Foto: Sant'Angelo in Colle dalla caratteristica forma "ovale". Del Castello si ha notizia sin dal 1208. Nella chiesa parrocchiale si può ammirare un quadro che raffigura San Leonardo Limoges, patrono dei carcerati. Il dipinto "Resurrezione di Cristo" del 1476 e la Madonna in trono con tre Santi. Nella chiesa della Madonna, si trova una tavola "Madonna e bambino" attribuita a Pietro Lorenzetti.
 


Il Sito etrusco della Civitella

Andando avanti per la strada della traversa dei Monti si trova un bivio che proseguendo per Montalcino a circa tre chilometri dalla città c’è il passo di “lumespento” da dove ad occhio nudo si vede mezzo mondo, verso Nord, Sud, Est ed Ovest. "A cento passi" un cartello segnala il sito archeologico della Civitella con una poderosa Fortezza Etrusca del secolo VI a.C. riportata recentemente alla luce che ha interessato studiosi italiani e stranieri per la sua originalità.


Castelnuovo dell'Abate, Abbazia di Sant’Antimo, Castello della Velona

Chi invece al bivio suddetto svolta a destra giungerà a Castelnuovo dell’Abate, (385m. sul livello del mare). In origine sottoposto alla signoria di Sant'Antimo oggi è un delizioso borgo con strette vie e vecchie, con case in pietra e due bei palazzi ed una chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo. All’interno un affresco di Ventura Salimbeni raffigurante il beato Petro Petroni, il romito senese che mandò ad ammonire Giovanni Boccaccio. Il Club "Orso On Bike di Castelnuovo Abate organizza il “Gran Fondo del Brunello di Mountain Bike“ patrocinato dal Quotidiano sportivo "La Gazzetta dello Sport". Un maestro di mountain bike di Castelnuovo dell’Abate organizza visite guidate su itinerari enoturistici.
Nelle vicinanze la celebre Abbazia di Sant'Antimo (fulcro monumentale del territorio montalcinese) la cui origine secondo la tradizione risalirebbe al 781, quando Carlo Magno andrò in pellegrinaggio a Roma da papa Adriano I per ottenere da Dio la cessazione della pestilenza. Nell'occasione ricevette in regalo alcune reliquie dei santi Sebastiano ed Antimo. Al ritorno, vedendo esaudite le sue richieste, fondò il monastero su cui poi venne eretta l'abbazia benedettina. Nel XII secolo si rese necessario ampliare la chiesa (m. 44 x 16) che prese forma attuale. ”Questa chiesa è tale cosa che una volta veduta non si dimentica più, anche per la strana posizione topografica, l’Abbazia è racchiusa tutta in una valletta verde ed è protetta da monti vicinissimi che la nascondono in semicerchio. Essa appare improvvisamente ed ha la freschezza di una costruzione recente, il calore trasparente dell’alabastro orientale, il muto linguaggio dell’eremo, dove si dimentica il mondo e non si sospira che il cielo”. Ad un chilometro da Castelnuovo dell’Abate si trova “La Velona” importante fortilizio in formidabile posizione sulla valle dell’Orcia formato da due lati edifici a forma rettangolare uno dei quali ripristinato in “stile” collegati da strutture minori.
 

Foto: Castelnuovo dell'Abate, in una foto d'epoca, il suo sviluppo avvenne sotto l'Abbazia di Sant'Antimo, che sorge nelle vicinanze. Alla metà del 1200 era già un centro di rilievo sottoposto al comune di Siena e disegnato fra i castelli di frontiera.
 

 

Foto: In una foto d'epoca, il piu’ bel palazzo settecentesco, sede estiva del Vescovo di Montalcino.  
 

 

Foto: La celebre Abbazia di Sant'Antimo.
 

 

Foto: Il Club di Castelnuovo dell'Abate "Orso on bike" organizza il "Gran Fondo del Brunello" di Mountain bike, patrocinato dal quotidiano sportivo "La Gazzatta dello Sport". Un maestro di mountain bike di Castelnuovo dell'Abate, organizza visite guidate a itinerari enoturistici previa prenotazione.
 

 

Foto: Castello della Velona, veduta del cortile, in una foto d'epoca. Il Castello nel 1208 era compreso fra le comunità, tenute a versare una imposizione al comune di Siena.
 


Podernovi, Museo della comunità di Montalcino e del Brunello. La cantina del Brunello della dinastia dei Biondi Santi

Si riprende la Strada per Montalcino e dopo qualche chilometro si incontra la Fattoria dei Barbi di Stefano Cinelli Colombini dove si può visitare il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello. Più avanti la Fattoria del Greppo di proprietà Franco Biondi Santi nella cui cantina si conservano bottiglie ultracentenarie del Brunello vendemmia 1888, 1891. A tre chilometri siamo a Montalcino.


Le bellezze naturali, le cantine, le strutture agrituristiche

Nelle zone segnalate in primavera le vigne sono un “mare di verde” che si perdono a “vista d’occhio”. Gli alberi del bosco sono pieni di fiori, erica arborea, sambuco, cisto, ginestra, mirto, i cui profumi inondano i viandanti. All’alba il canto degli uccelli, un vero concerto a più voci, è un inno all’amore e alla procreazione.
Nel primo autunno le viti sono cariche di uva e gli olivi di olive. Nel bosco sono già mature le nespole, le sorbe, le castagne, i corbezzoli con le foglie verdi i fiori bianchi ed il frutto rosso ci ricordano la bandiera italiana. In tutti gli itinerari segnalati ci sono strutture agrituristiche e ristoranti dove cucinano pietanze tipiche locali.
Si possono visitare le cantine del Brunello, vere e proprie “banche del vino” per come sono sorvegliate giornalmente controllando il livello di ogni botte e se necessario ricolmarle - di solito, ma qualche volta scolmarle -, sono delle “casseforti” per il “tesoro" -Il Brunello- che racchiudono fino al primo gennaio del quinto anno dopo la vendemmia e fino al primo gennaio del sesto anno dopo la vendemmia se riserva prima di immetterlo sul mercato.
  


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