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MONTALCINO
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450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 

  
MONTALCINO

 

MONTALCINESI  CONTRO  IL  BANDITISMO

I banditi nei boschi di Montalcino

Leggendo le cronache della stampa locale di fine ‘800 e primi ‘900 si viene a conoscenza di aggressioni da parte dei fuorilegge contro proprietari e fattori delle tenute lontano da Montalcino, site per lo più all’interno dei boschi, per ottenere denari e generi alimentari. Si raccontano di aggressioni lungo le strade all’interno dei boschi contro proprietari e fattori particolarmente quando questi ritornavano alle loro fattorie dopo essere stati alle fiere di Montalcino e delle località limitrofe. La richiesta era una sola: soldi.  Le cronache informano altresì di testimonianze che rendevano nelle aule del tribunale i nostri concittadini di tutte le estrazioni sociali senza nessuna reticenza sui fatti di cui erano a conoscenza che “inchiodavano” i fuori legge.
Il 7 ottobre 1897, in località Pianellone a dieci km a sud di Montalcino, avvenne uno scontro a fuoco tra Giovanni Turchi detto Baicche, un fuorilegge condannato all’ergastolo per pluriomicidio ricercato da decenni, ed il nostro concittadino Giovacchino Zamperini detto Bruscone. Lo Zamperini ebbe la meglio sul Turchi che, ferito, si rifugiò in una casa colonica nelle vicinanze chiedendo la visita di un medico per curare le ferite che lui disse si era procurate cadendo. Il Capoccia di quel podere anziché chiamare il medico avvertì i Carabinieri i quali arrestarono il Turchi mettendo fine alle gesta di un pericoloso fuori legge che da molto tempo metteva a soqquadro la Maremma e le nostre zone.


Uno scontro a fuoco del 1910 che diventò un fatto italiano

Il 10 novembre 1910 tre banditi sequestrarono il fattore (Paolo Poteti) della fattoria di Castiglione dei Boschi, località nel Comune di Montalcino ad 11 Km dalla Città. I banditi chiesero il riscatto per il suo rilascio di 6.000 lire. Ai banditi furono recapitate solo 1500. Intanto il guardia-boschi della Fattoria A. Fanetti, armato di fucile, viene a conoscenza dell’accaduto e con tutti gli accorgimenti del caso, attraverso il bosco, si portò vicino ai banditi ed al sequestrato e vide che un bandito stava puntando la pistola alla tempia del fattore Poteti. Colse l’attimo e fece partire un colpo di fucile uccidendo un bandito. sparò l’altro colpo e uccise un secondo bandito, il terzo si dette alla fuga, il fattore fu liberato, il Fanetti qualche anno dopo sarà decorato con medaglia d’argento al valor civile. Intanto il fatto di sangue deve aver fatto parlare l’Italia. La Domenica del Corriere, il più importante settimanale di allora che vendeva un milione di copie pubblica, nel numero del 20/27 novembre 1910, in copertina mise un disegno di A. Beltrame sull’accaduto.
I cantastorie del tempo cantavano in ottava rima nelle fiere e nelle feste paesane la storia di questo fatto di sangue che interessava enormemente gli ascoltatori che poi essi ricantavano insieme agli amici nelle lunghe serate invernali nel canto del fuoco.

Foto: Il fatto illustrato dalla "Domenica del corriere" avvenne a Castiglioni dei Boschi - Montalcino il 10 movembre 1910. Il guardiaboschi Antonio Faetti saputo del sequestro del fattore della tenuta, Paolo Poteti, riesce ad avvicinarsi ai banditi e al sequestrato. Il Faetti coglie l'occasione e spara sui banditi uccidendone uno, mentre gli altri si danno alla fuga. Il fattore è libero. Il Faetti viene ricompensato con una medaglia al valore dal Ministero dell'Interno. Già nel 1897 il concittadino Giovacchino Zamperini detto "Bruscone" affronta il bandito Giovanni Turchi detto "Baicche" ricercato da decenni per pluriomicidio. Bruscone in uno scontro a fuoco con Baicche ha la meglio, Baicche, ferito, è catturato dai Carabinieri. Ebbe fine così, grazie a Brusone, la latitanza dell'ultimo bandito maremmano.
 


Giuseppe Soffiantini prigioniero dei banditi ringrazia Montalcino

Nell’estate-autunno 1997 Giuseppe Soffiantini, industriale di Brescia, per mesi fu tenuto prigioniero da malviventi nella bandita del demanio forestale di Montalcino ad Ovest della città a 15 Km. di distanza.  In uno dei periodi più “caldi“, quando sembrava che le maglie per la cattura dei banditi e per la liberazione del prigioniero si stringessero (questo avvenne nel periodo dello svolgimento della Sagra del Tordo, ultima Domenica di Ottobre), i montalcinesi unanimemente “senza se e senza ma” rinunciarono alla loro festa perché richiamare a Montalcino migliaia e migliaia di turisti poteva rappresentare un ostacolo all’azione delle forze dell’ordine.
Giuseppe Soffiantini dopo la fine della sua dolorosa vicenda, fu due volte a Montalcino. Sotto le Logge di Piazza volle ringraziare in un pubblico incontro i montalcinesi per il loro comportamento tenuto durante la sua prigionia.
 

Foto: Sotto le logge di piazza Giuseppe Soffiantini (al centro), imprenditore bresciano, ringrazia pubblicamente i montalcinesi "per essergli stati vicino" durante il periodo dei 120 giorni di sequestro, prigioniero nei boschi del demanio di Montalcino. 
 


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