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MONTALCINO
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450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 


Il Sasso della Befana

 

Nel sito archeologico delle Cave Porzia prospiciente la vallata dell’Orcia dove nel 1957 su un pianoro di roccia naturale venne indagato un grande villaggio dell’Età del Bronzo (II millennio a.C.) munito anche di una grotta sepolcrale, i vecchi abitanti di Castelnuovo dell’Abate avevano notato da tempo un blocco di pietra battezzato il “SASSO DELLA BEFANA”.

 
Il grosso masso appoggiato al pianoro che ospitava il villaggio preistorico richiamava infatti alla mente la figura di una vecchia ricurva sotto il peso di un fardello sulle spalle.
Nella realtà archeologica si trattava di uno dei tanti “ripari di roccia” che ospitavano le numerose capanne del villaggio.
Una ottocentesca tradizione locale ci racconta che in occasione dell’Epifania nel “riparo” dove su riunivano gli uomini preistorici, dopo tremila anni, accorrevano i ragazzi di Castelnuovo dell’Abate in attesa di castagne e fichi secchi, frutta e qualche dolcetto gettati da una adulta Befana.

 
L'interessante sito archeologico fu oggetto di lunghe campagne di scavo che dal 1957 si protrassero con risultati sorprendenti, attestati da una infinità di manufatti oggi in museo, sino al 1964 quando vennero chiuse per un grave infortunio avvenuto in fondo alla grotta che serviva da cimitero del villaggio.

 
Da allora la vegetazione selvaggia, la discarica di materiali diversi e la creazione di vigneti
hanno cambiato, ed in effetti cancellato, la zona archeologica.

 
A dicembre del 2005 il “Sasso della Befana”, che si appoggiava al pianoro roccioso separato da questo con una profonda fenditura (in alto a destra nella foto) si è staccato improvvisamente ostruendo la strada vicinale a sterro che attraversando lo spumeggiante torrente Starcia, serve le prosperanti coltivazioni di oggi (in fondo a sinistra nella foto).
Il noto “sasso” è stato frettolosamente frantumato ed il breccione utilizzato per governare il fondo stradale.
Un’altra testimonianza del passato ed una tradizione sono scomparse per sempre!

  Ivo Caprioli

Natale 2006